Esiste una grande spaccatura nel mondo degli investimenti e del risparmio gestito.
Immagina di recarti dalla tua banca per fare un investimento, parlerai con l’impiegato che vedrà, con quello che ha a disposizione, di accontentarti.
Le possibilità d’investire sui mercati sono due, è qui che si apre la spaccatura, farlo in modo ATTIVO o in modo PASSIVO.
Ora vediamo assieme la differenza così potrai essere più consapevole quando sottoscriverai un investimento.
Il fondo attivo che sottoscrivi ha un chiaro obiettivo, battere il mercato, mentre il fondo passivo si limita a replicare il mercato.
Mi spiego meglio, se vuoi investire i tuoi soldi nell’SP500 (Indice Americano), questo indice è composto da 500 aziende a elevata capitalizzazione, se lo fai con un fondo attivo cerchi di ottenere un rendimento più elevato dell’indice, se ti affidi a un fondo passivo ti accontenti di replicare e ottenere il medesimo rendimento dell’indice.
Sono due approcci diversi per investire nello stesso mercato. Tu l’indice lo vuoi replicare o lo vuoi battere?
Chiunque, ripeto chiunque, in base alla retorica e allo story telling appena descritto direbbero batterlo. Ti ripeterò la stessa domanda alla fine dell’articolo per capire se hai cambiato idea.
Quali sono le principali differenze tra fondo ATTIVO VS PASSIVO?
1.TIPO DI REPLICA: Il gestore attivo cerca di battere il mercato, il passivo lo replica fedelmente.
2.COSTI: Il gestore attivo, proprio per la promessa che fa, ti farà pagare costi di gestione più alti perché deve sostenere un team di esperti e analisti al suo servizio. Vedi immagine sotto.
3.RENDIMENTI STORICI: Secondo un’indagine SPIVA il 98% dei fondi attivi, negli ultimi 10 anni, ha perso contro il mercato, hanno fallito nel loro intento. Su 1.000 fondi quotati in Europa solo 20 sono riusciti a battere l’indice. In sostanza, 10 anni fa, dovevi essere così fortunato da scegliere proprio quel 2% oppure non avresti ottenuto un rendimento superiore all’indice, quello per cui paghi l’extra costo.
In sostanza, investendo in fondi attivi aggiungo un rischio, che nel 2% dei casi (esempio fatto sopra) avrebbe ripagato, nel 98% no. Questo rischio si chiama “rischio gestore”, che potrebbe apportare un beneficio ma anche fare danni, in certi casi fuori controllo. Tocca a noi capire “QUANDO” e “SE” conviene assumerlo.
Ci sono dei settori in cui un fondo attivo potrebbe avere, storicamente, la meglio e, a quel punto, potrebbe convenire la scelta di un gestore attivo.
Tuttavia non è per nulla semplice sapere, in anticipo, quale esatto fondo attivo avrà la meglio, serve molta competenza ma soprattutto molta fortuna.
La tua opinione è cambiata? Quale approccio sceglieresti alla luce delle informazioni che ti ho dato?
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